Luterana se converte ao catolicismo em Medjugorje

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UNA LUTERANA IDEALISTA: dopo tante speranze deluse approda alle certezze dell’amore di Dio
Ecco la storia di Susanna:
Sono nata 37 anni -fa in Germania, nella Foresta Nera. La mia infanzia fu segnata profondamente dalla musica -che inondava la mia casa ( vicina a una fabbrica di strumenti musicali) e che studiavo in conservatorio- e dalla natura selvaggia della Foresta Nera, in cui amavo passeggiare giornate intere col nonno. Ricevetti un’educazione tenerissima dalla madre, che era l’amore in persona. Da piccola ero molto attaccata a Gesù da discutere e litigare col parroco perché per me non aveva capito Gesù. Ero luterana come mia madre: ma anche il papà, uscito dalla chiesa cattolica per protesta, era entrato nella chiesa luterana per far piacere a mia madre, che lo desiderava in una chiesa e non fuori.
Dopo la maturità scientifica a 18 anni avrei desiderato di studiare musica, ma i genitori non erano d’accordo perché temevano un lavoro da fame nel ramo artistico. Essendo io portata anche alle lingue, studiavo allora lettere romanze e germaniche. Ero spesso in Francia anche come ragazza “alla pari” ed ero decisa di andare dopo l’esame di stato a vivere e lavorare in Francia. Era l’epoca del movimento studentesco e vi entrai con entusiasmo, nel desiderio di cambiare il mondo. Ma via da casa è iniziata la corsa dietro alle illusioni, chiamata libertà: invece ero corsa verso la schiavitù del peccato. Ero però in buona fede e sempre alla ricerca della verità.
Contemporaneamente mantenevo una relazione sentimentale con un ragazzo della Germania dell’Est, conosciuto in uno degli incontri succitati. Una relazione difficile, ci potevamo incontrare una, massimo due volte all’anno a Berlino Est. Vi furono anche tentativi vari di farlo venire all’Ovest ma senza alcun successo. Era veramente un grande amore senza happyend (abbocco felice). Lei poi incontrò un’altra ragazza e si sposò all’Est. Adesso è padre di famiglia e prete protestante. Un’altra storia d’amore finiva con la morte del ragazzo al volante della sua macchina. Io mi trovavo accanto a lui e uscivo, solo con le costole rotte, dal finestrino. Questa morte era per me una cosa inconcepibile e incomprensibile, assurda. Essendo sempre stata portata al lavoro intenso della mente, da allora non riuscivo più a trovare pace ed infatti cominciai a scivolare sulla strada sbagliata. Periodo del movimento studentesco, studio accanito; subito dopo la morte del ragazzo anche pensiero del suicidio (leggevo anche volentieri Albert Camus, Sartre ecc.)

Nel ‘73 muore mio padre di cancro, letteralmente consumato dal male e ridotto a scheletro umano. Lo stesso anno vinco un concorso per una borsa di studio a Pisa. Un anno che doveva essere di perfezionamento della seconda lingua latina e poi avrei dovuto tornare in Germania per l’esame di stato. Ed invece non sono più andata in Germania. Quell’anno a Pisa fu un anno meraviglioso, ricolmo di amicizie, arte, viaggi, libri, ecc. Un anno da Bohème. E il Signore come sempre mi faceva trovare amici veri, anche se io non pensavo più a Lui, se non nelle ricerche sulle religioni orientali. Però ero sempre dalla parte della verità e della sincerità e semplicità, non riuscivo a fingere.
Dopo quest’anno incontrai un uomo che poi sposavo in comune e che era impegnato nella politica; anch’io entrai nella sinistra e cominciai ad essere violenta: i nemici erano sempre gli altri. Ero diventata durissima. Ma poi tutto è crollato.. Mi trovai una idealista ingannata da chi sfruttava e poi si tirava indietro; diceva e poi non faceva! Molti finivano in carcere o nella droga. Di altri ci si accorgeva che erano ricchi e proprietari e facevano i loro interessi. Quanta ipocrisia in questi movimenti politici! Quando poi uno arriva al potere si comporta tutto all’opposto. Fui tanto addolorata per questo inganno.
Il matrimonio falliva per incompatibilità e, per iniziativa mia. Avevo in quel periodo conosciuto la fame e la miseria da non sapere veramente cosa si mangiava all’indomani. Il marito si buttava spesso volentieri nell’alcool e nel fanatismo politico, col cuore sinceramente convinto.
Cominciavo, a lavorare in un albergo per mantenermi e mi separai e chiesi il divorzio. Un mondo crollato intorno a me e dentro di me. Ero un fallimento totale e solo Dio conosce le profonde angoscia di quegli anni. Questa sensazione chiara di aver sprecato una vita e mille doni, senza magari volerlo o capirlo, e d non poter più ricominciare da capo, anche volendo.
Avevo disprezzo per me stessa e nello stesso tempo paura degli altri. Gli altri secondo me erano tutti a posto e avevano “costruito qualche cosa” nello loro vita. Soltanto io mi trovato con niente. Ed ero così tanto delusa di tutto e di tutti perché vedevo di essere diversa nei miei ideali vissuti in tutta sincerità. Soprattutto credevo nell’Amore e però lo vedevo dappertutto rifiutato come scomodo, sia a livello personale che a livello sociale e professionale.
Nel lavoro andavo bene e subito me ne facevo un dio. Andavo cercando l’amore negli uomini senza trovarlo e così mi allontanavo anch’io sempre di più dal vero amore, senza volerlo. Diventavo insicura, perdevo quasi ogni fiducia in me stessa. Dopo altri trasferimenti arrivavo nell’81 ad Abano Terme dove vivevo i miei “7 anni sacri“ , lavorando per un’agenzia di viaggi tedesca. “Anni magri nel senso interiore, di molta frustrazione, – delusione e sofferenza interiore, ma anche di un certo realismo che si stava facendo strada dentro di me. Cominciavo ad accettare le cose come sono. Questo era una piccola liberazione.
Nell’83 in giugno muore la mia amatissima madre dopo sole poche settimane di atroce sofferenza (tumore al pancreas).
Il tempo prima della morte m’impressionava la sua serenità e pace, con la quale affrontava la nuova situazione. Comprendevo la sua profonda fede. Infatti diceva a mio fratello e a me: “Importante è che ci siamo sempre voluti bene”. Nel momento della sua morte ero trasformata, sentivo che lei era entrata in me e che aveva aperto delle valvole chiuse:la dolcezza, l’amore, la misericordia, la gioia, l’ottimismo, il sorriso.
Dopo circa tre mesi mi sentivo dentro di cercare un sacerdote per sapere se Dio mi condannasse per la vita passata, perché una persona mi aveva detto in modo duro e farisaico che non potevo piacere più a Dio. Per i luterani non c’è confessione sacramentale e il prete non è tramite per trasmettere la parola e la volontà di Dio. Credevo che da un prete mi potesse venire una risposta, ma non so di dove mi venisse queste chiarezza.
Dietro consiglio andavo e dopo molto tempo di attesa trovai un monaco disponibile: avrei atteso anche tutta la notte e se nessuno mi avesse ascoltato, avrei pensato di essere stata scartata dal Signore. P. Silvano poi divenne il mio direttore spirituale. Mi faceva subito ripetere queste parole: “Maddalena, tesoro, quanto ti voglio bene”. Io le ripetevo senza esitazione capivo che era Gesù dentro di me che me lo diceva e così cominciai a piangere a dirotto dalla commozione. Iniziò un – lungo perseverante cammino spirituale con Dio Amore, con Gesù Amico, con lo Spirito Santo.

Nell ‘85 finalmente la cresima; l’Eucarestia -era diventata il centro della mia vita. Volevo diventare cattolica per poter accedere all’Eucarestia. Perseveravo nel colloquio in tenore e frequente con Gesù, che sapevo Amico, che mi amava ardentemente, che mi accettava con amore e che Lui capiva. Lo incontrai inoltre nel messalino quotidiano al mattino subito ,e nelle scritture che aprivo a caso” per conoscere la Parola di Dia per me. Vivevo la confessione come Permanente liberazione: proprio avvertivo e avverto tuttora che dopo la confessione non avevo più “quel peso”, anche fisicamente mi sentivo e sento leggera.. Capivo che così l’accusatore eterno (“Colui che accusa i nostri fratelli giorno e notte davanti al Signore” Ap 12,10) non aveva più potere su di me. Il, 24 giugno ‘85 avevo quindi la cresima; dietro gentilissima concessione del Vescovo aveva luogo proprio a Praglia, dove ebbe inizio la mia conversione. L’abate aggiunse grazia su grazia e così la cerimonia ebbe luogo nella cappellina interna del monastero.
Nel frattempo un mio caro amico, Fernando, prendeva il mio posto sul pullman per Medjugorje. (la cresima! era stata varie volte rimandata e alla fine cadeva sulla data dell’anniversario delle apparizioni). Lui è tornato capovolto e adesso è dai Francescani a Treviso. In settembre andai la prima volta con un gruppo a Medjugorje, perché credevo fermamente di trovare la Madonna là. Mi mancava ancora Maria. I protestanti non hanno attenzione, se si può dire così, particolare alla Madonna, e tanto meno all’Immacolata Concezione e alla Maternità Divina. Quel primo soggiorno restò indimenticabile come quelli successivi.

Vivevo la Madonna, questa grande Madre, questa Sapienza, questo Amore, questo abbraccio. La Madonna con la potenza della sua pace era nell’aria. Lì iniziavo a recitare il rosario che prima conoscevo come triste cantilena delle vecchiette e sinceramente detestavo. Compresi anche la mia missione come cristiana e il compito dell’intercessione per la salvezza dalle anime e della mia anima. Tornai poi molte volte da sola, dormendo presso una famiglia a Bijacovici. Ogni volta la Madonna mi dava risposta a domande importanti per le mie scelte di vita. Così di volta in volta si confermava l’invito alla consacrazione. Un anno fa avevo una paura tremenda all’idea del convento: mi pareva impossibile che io potessi cambiare così radicalmente vita a 36 anni.
Poi Dio mise un tale desiderio nel mio cuore, una tale sete, che mi trovavo, a volte a piangere dalla gioia e dalla compassione perché Lui si era degnato di chiamarmi alla vita consacrata. Lodo e benedico Gesù perché mi ha condotto Maria, Sua e mia Mamma. Maria è veramente l’unica che riesce a farmi cambiare, a domarmi, – a farmi fare quello che vuole Lei, anche se mi costa (a causa del mio egoismo), anche se non capisco, anche se è contro la mia volontà. E’ incredibile, e veramente per me il miracolo più grande sono io stessa e la mia permanente conversione, che riconosco come pioggia incessante di grazie da Dio Padre.

Anche lo Spirito Santo l’ho sperimentato e lo sperimento tuttora come voce amica, sempre presente e attiva specialmente quando meno me l’aspetto. Lascia fare a ‘me” mi dice la Madonna con lo Spirito Santo e più mi abbandono a Lei e al Suo incomparabile modo di fare, miracoli e conversioni piovono da tutte le parti (Quando mi ci metto io, magari – con ansia e tensione, non solo non succede niente, ma anzi spesso freno il fiume (pur invisibile) dell’altro con la mia diga. Con parole molto semplici e spontanee direi che la Mamma certo fa le scarpe a tutti quanti, alla chiesa intera, e questo mi rassicura. Questo rafforza la mia fede, questo aumenta la pace del mio cuore e l’abbandono al Signore e alla Sua Inviata.

Qui a Priabona adesso cerchiamo di diventare piccoli, bambini come vogliono Gesù e la Madonna, bambini che non sanno niente e che hanno tutto da scoprire e da imparare da Loro. La Madonna poteva mandarci in convento già esistenti. Invece ha voluto Lei stessa aprire una Casa, una nuova Comunità dove sia rappresentata tutta la Chiesa, uomini e donne celibi e sposati, chierici e laici. Neppure possiamo immaginare la portata di questa iniziativa della Madre della Chiesa e veramente avremo da incominciare da capo, imparando tutti da Lei e stupendoci ogni giorno delle meraviglie del Signore. Chi mai potrà scrutare il pensiero di Dio?! Lede e Gloria al Signore, Creatore dell’universo e nostro Padre misericordioso!
Siano lodati Gesù e Maria!

Traduzido do italiano por Gabriel Paulino  – http://www.medjugorjebrasil.com.br

Matéria original: http://medjugorjetuttiigiorni.blogspot.com.br/2015/05/prima-detestavo-dire-il-rosario.html?m=1

ou

http://medjugorje.altervista.org/doc/testimonianze/077-luterana.php

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